Il ministro Crosetto ha replicato alle polemiche nate sul calendario dell’Esercito e al riferimento prima e dopo l’armistizio con il fascismo.
Ha destato particolari polemiche il recente calendario dell’Esercito sulla cui copertina compare la scritta “Per l’Italia sempre… prima e dopo l’8 settembre 1943”. Una frase che fa riferimento a prima e dopo l’armistizio con il fascismo. L’uscita del calendario ha suscitato grande clamore anche da parte di qualche media ma pure diverse reazioni da una fetta della poltica italiana portando il ministro della Difesa Guido Crosetto ad intervenire.
Crosetto, le critiche al calendario dell’Esercito
“Non si può certo ignorare che venti di revisionismo soffiano attorno alle più alte cariche dello Stato e si riverberano a ogni livello”, il commento di Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra sul calendario dell’Esercito. Addirittura l’Anpi si è esposto chiedendone il ritiro.
La questione del calendario ha destato grande attenzione per la sua copertina che celebra l’Italia “prima e dopo l’8 settembre 1943”. In particolare le lamentele sono arrivate da parte dell’opposizione secondo cui sarebbe in corso un tentativo di revisionare la storia e riabilitare il Ventennio fascista.
La risposta del ministro della Difesa
Tale situazione ha portato Crosetto a dover replicare con forza. “Mi dispiace dover sottrarre tempo a cose molto più importanti e serie per rispondere a polemiche pretestuose e ridicole. Oggi tocca al Calendario dell’Esercito per il 2024”, le sue parole in una nota.
“Pur di inventare un attacco politico a un esponente di maggioranza, alcuni rappresentanti dell’opposizione non si preoccupano di infangare l’Esercito, le Forze Armate, la Difesa, ma soprattutto soldati e ufficiali che sono stati eroi indiscutibili e di cui bisogna solo continuare ad onorare la memoria, come ha voluto fare l’Esercito”.
Successivamente, le comunicato, il ministro della Difesa ha sottolineato tutti i nomi dei soldati citati nel calendario e ha spiegato: “Hanno tutti – dicasi, tutti – preso parte alla Lotta di Liberazione, venendo insigniti della massima delle onorificenze, la Medaglia d’Oro al Valor Militare, proprio nel 1943-1945”.
Da qui la conclusione: “Questi sarebbero i ‘fascisti’ che alcune forze politiche additano? Siamo alla follia. Parliamo di veri eroi che, quasi tutti al prezzo della vita, combatterono per la libertà dell’Italia, fedeli al loro giuramento e alle Istituzioni che servivano”. Per poi concludere affermando di non accettare che “la fulgida ed esemplare memoria di queste persone venga infangata per una sterile polemica politica”.